Castro

Situato lungo la costa orientale della penisola salentina, il comune è formato dall’abitato principale di origine medievale, posto su un promontorio a 98 m s.l.m. (Casciu de susu), e dalla parte bassa di Castro Marina (Casciu de sutta), sorta intorno al porto. Centro peschereccio e balneare, vanta origini antiche quale erede della romana Castrum Minervae. Fu una delle prime città del Salento ad essere elevata al rango di contea; fu anche sede vescovile fino al 1818.

Ai fini meteorologici (Meteomar) e delle Informazioni Nautiche degli Avvisi ai Naviganti, il limite marittimo tra Adriatico Meridionale e Ionio Settentrionale è dato dal 40º parallelo nord: sulla costa italiana corrisponde a Punta Mucurune proprio nei pressi di Castro: 40°00′00″N 18°25′48″E / 40, 18.43.  In realtà per molti geografi la punta spartiacque vera tra Adriatico e Ionio sarebbe Punta Palascia a sud di Otranto. Prendendo in considerazione la prima convenzione, Castro si affaccerebbe su entrambi i mari.

Il viaggio di Enea da Troia a Roma

Nel III libro Enea pronuncia: “ci spingiamo innanzi sul mare (….) quando da lungi scorgiamo oscuri colli e il basso lido dell’Italia (…) Le invocate brezze rinforzano, e già più vicino si intravede un porto, e appare un tempio di Minerva su una rocca. I compagni ammainano le vele e volgono a riva le prore. Il porto è incurvato ad arco dalla corrente dell’Euro; i suoi moli rocciosi protesi nel mare schiumano di spruzzi salati, e lo nascondono; alti scogli infatti lo cingono con le loro braccia come un doppio muro, e ai nostri occhi il tempio si allontana dalla riva”.

Nel Luglio 2015 a Castro un gruppo di archeologi  ha rinvenuto una statua mutila femminile di grandi dimensioni. L’opera è databile presumibilmente al IV secolo avanti Cristo e potrebbe raffigurare la dea Minerva, confermando così le ipotesi degli scopritori del reperto, anche se la veste con corto gonnellino potrebbe supporre che si tratti di un’Artemide. Custodita a tre metri dal sottosuolo del centro di Castro, la statua è sprovvista della testa e di altri dettagli anatomici, ma riporta eccezionali tracce di rosso porpora. Gli archeologi hanno rinvenuto anche la falange di un dito, un braccio e una mano e si spera di poter scoprire con il tempo anche gli altri elementi mancanti. Se si riuscisse a ricomporla, la statua risulterebbe alta almeno quattro metri.

Le origini del nome
Il toponimo deriva dal latino Castrum (fortezza) e l’insediamento prese il nome di Castrum Minervae per la presenza di un tempio consacrato a Minerva.
 
 

 

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